Il
mio approccio allo yoga è sicuramente molto fisico e occidentale.
Questo
è dovuto alle mie esperienze. Ai maestri e agli allievi che ho
incontrato fino adesso.
Certo
personalmente leggendo, studiando e praticando ho sperimentato
sensazioni più sottili di armonia
e di ascolto.
Però
per trasmetterle ci vado in punta di piedi. Certe cose vanno provate
e ci vuole tempo.
Io
posso essere il tramite, posso essere una facilitatrice di questo
cammino.
Ed
è quello che amo di più.
Con
il filtro di quello in cui
credo
profondamente e che sento giorno per giorno trasmetto
e indico movimenti che sono
fondamentalmente una modalità di vita.
Questa modalità è diventata per me preghiera. Il tappetino il mio tempio. Lo spazio sacro per connettermi in profondità con tutto quello che mi circonda. Per sentirmi parte integrante e in sintonia con me stessa e gli altri.
Un
luogo senza tempo. O forse con il giusto tempo.
Dove
il presente si manifesta insegnando la
realtà e il superfluo. Nutrendo
la coscienza.
E’un
processo che a volte destabilizza e va trattato con cura e rispetto.
E
con il tempo diventa la risorsa a cui tornare per sentirsi a casa.
Dai
miei maestri Francesca Cassia e Roberto Milletti ho imparato a creare
sequenze come mandala da vivere e distruggere alla fine di ogni
lezione. Questo per coltivare la
libertà e non il attaccamento.
Per perseguire un fine nel presente e poi cambiarlo ogni volta
rinnovandosi.
Un
grande insegnamento che regala elasticità e resilienza.
Mi
piace credere che ognuno abbia la sua preghiera che lo faccia
stare meglio nella propria vita. Qualcosa
in cui credere da trasmettere
con l’esperienza e senza inutili
estremismi.
Tutte le sere alle 18 circa faccio la mia pratica quotidiana, così come viene. Come una preghiera mi raccolgo in me stessa e mi regalo questo spazio sempre unico e rinnovato.
Ne nasce sempre qualcosa di nuovo. L’intelligenza misteriosa del corpo indica la strada.
In questo periodo, grazie anche alla chiusura dovuto al virus, è nata in me l’esigenza forte di cercare nuove radici. Amo tantissimo il luogo dove abito da ormai dieci anni ma mi sono resa conto che per qualche motivo ancora a me ignoto mi sono sempre voluta sentire come una straniera qui.
Così nel mio spazio yoga sto cercando di stimolare muladhara chakra, il chakra della radice. Porto molta attenzione ai piedi, al loro appoggio a terra, faccio asana che energizzano le gambe e mi radico profondamente nel respiro.
Il resto poi sta venendo da sè. E non e`un caso. Ovviamente.
Ho incominciato a sentire la necessità di esplorare qui intorno, soprattutto il fiume. Di fare tesoro dei suoi doni per prendermi cura di me e della mia casa.
Raccolgo ortiche, cicorie, studio i profumi inebrianti che mi circondano e i fiori che li emanano.
Osservo le tante creature meravigliose che appartengono a questo posto quanto me. Le rondini appena tornate, gli aironi, i cormorani, i cigni, le folaghe, gli svassi, le anatre, i corvi, gli uccellini ballerina che danzano sull’acqua.
Raccolgo i sassi e delle conchiglie per decorare casa, insieme a qualche fiorellino spontaneo.
Mi nutro del verde intorno con tanta gratitudine.
E da un paio di settimane con i vicini ho creato più comunicazione e solidarietà. Ci scambiamo cose utili, ci mandiamo messaggi, consigli, ricette.
In un momento in cui la norma è il distanziamento sociale io non sono mai stata cosi`vicino alle persone che mi circondano.
Ieri ho fatto delle brioche fantastiche. Al terzo tentativo in dieci giorni ho raggiunto un ottimo risultato.
Messaggio: a distanza e con gli accorgimenti del caso vi porto la merenda! Ok grazie… io delle uova nostrane! Io altre conchiglie trovate al fiume! Io dei guanti in più che mi hanno dato in farmacia!
Oltre alle brioche ho preparato la pizza, i ravioli, il risotto alle ortiche e tante altre cose che mi aiutano a pensare che mi prendo cura di me.
Ho sistemato e pulito bene casa facendo sogni e progetti su lavoretti futuri per renderla ancora più piacevole. E ho sistemato i vestiti con piu`attenzione del solito facendo il cambio di stagione. Rivalutando cose dimenticate.
Ho sistemato e incorniciato foto e ricordi,. E faccio lezioni con skype dove parliamo un pò di tutto e ci facciamo compagnia.
E mi regalo il tempo di guardare il cielo.
E ore casa mia mi sembra più casa. Mi sembra un posto più accogliente e sicuro.
Mi sento sulla buona strada. Sicura questa volta che se sento un senso di appartenenza dove vivo questo di sicuro non mi bloccherà ancorata qui ma mi farà stare ancora più a mio agio nel mondo.
(Nella speranza che abbiate finito la colomba e oggi vi dedichiate ad un cibo più fresco).
pureyoga, odaka yoga, lago d’Iseo e Franciacorta
Accogliamo
l’invito della primavera a rinnovarsi e lasciare andare abitudini e
attaccamenti che non servono più.
Purificare il corpo attraverso una pratica indirizzata alle torsioni e alle flessioni che stimolano il fuoco gastrico.
Purificare la mente con il respiro e le intenzioni.
Quando strizziamo la colonna vertebrale esercitiamo un’azione che spreme dolcemente gli organi interni quali fegato, intestino, stomaco e reni, favorendo l’ossigenazione dei tessuti e l’espulsione di ciò che ristagna.
Da un punto di vista biomeccanico i corpi vertebrali ruotano l’uno in relazione all’altro senza comprimere i dischi. E’un movimento neutrale che va eseguito esercitando costantemente l’estensione della colonna.
Mentalmente a livello più sottile le torsioni rappresentano un cambio di prospettiva e la capacita`di vedere laddove prima non riuscivamo innescando intuizione e cambiamento.
Le tecniche di respirazione conducono la mente in uno stato di calma, centratura e armonia. Il pranayama è una scienza millenaria, un ponte tra il livello fisico e quello mentale.
Una
mente calma contribuisce alla digestione. Non solo del cibo ma anche
delle emozioni. E a una percezione dei sensi sana. Prepara alla
meditazione che innesca un processo virtuoso che cambia la vita.
Per questa lezione vi chiederei di fare questo pensiero:
Per
rendere la pratica più profonda e non lasciarla
solo ad un
livello fisico. Provate a pensare di essere sul punto di entrare in
una chiesa o un luogo di culto. Vi fermate un attimo prima di entrare
per portarvi con la vostra attenzione da un contesto più sociale e
caotico ad un’atmosfera più sacra e silenziosa.
La
consapevolezza di entrare in uno spazio speciale.
Con
un’energia speciale.
Che
richiede un atteggiamento di concentrazione e rispetto.
Prendete
posto sul vostro tappetino nello stesso modo.
E
stabilite delle intenzioni per la pratica, per voi stessi, per il
proseguimento della giornata o per qualcuno che ha bisogno di voi.
Cosi
la pratica rivelerà i suoi più autentici
benefici.
La
primavera è quel momento magico dove la natura si risveglia. C’è
una profonda espansione. L’attività organica è esplosiva.
Questo
vale per la terra, il corpo fisico, il sistema nervoso ed emotivo.
Il
nostro corpo ha bisogno di aprirsi all’esterno ed equilibrarsi.
Questo
passaggio, seppur naturale, è sempre molto delicato.
I
processi di rinnovamento richiedono uno sforzo, sia per
i cambiamenti biochimici che per le maggiori ore di luce.
Il
metabolismo si deve attivare per eliminare tutte le scorie accumolate
durante l’inverno che ristagnano. La termoregolazione per adattarsi
ad un clima diverso assorbe tanta energia.
Questo
spiega la stanchezza e la sonnolenza che si sperimentano in questo
periodo dell’anno. E l’inquietudine talvolta.
L’equilibrio
del fegato è fondamentale per la salute e lo stato emotivo.
Il
fegato converte il cibo in forza vitale.
In
medicina cinese viene chiamato ‘il comandante’.
Va
mantenuto leggero grazie ad un’alimentazione rinfrescante, al
riposo e allo yoga.
Un’alimentazione
grassa o ricca di zuccheri affatica questo organo. Anche lo stress,
la troppa fatica fisica, la mancanza di ore di sonno.
IL
CIBO E LE EMOZIONI NON DIGERITI APPESANTISCONO GLI ORGANI INTERNI E
LA SALUTE.
La
digestione quindi è alla base della salute.
Nello
yoga quando si parla di digestione non ci si riferisce soltanto alla
metabolizzazione degli alimenti.
Quando
la capacità digestiva è forte (e questo include cibo, bevande ma
anche esperienze, emozioni, sensazioni) manteniamo
i tessuti sani ed eliminiamo i prodotti
di scarto in modo efficiente.
Il
fuoco digestivo viene chiamato in sanscrito
Agni. E’una delle divinità indù maggiormante adorate nella
religione vedica.
Dio
del fuoco e della luce, anima tutti i processi
biologici.
E’l’elemento
trasformatore e purificatore dell’organismo e dell’anima.
Se
Agni è indebolito da un’alimentazione scorretta, dalla mancanza di
attività fisica o da emozioni negative si produrranno costantemente
tossine che vengono conservate nel corpo ostruendolo.
Questo
residuo tossico è per l’ayurveda la causa principale delle
malattie.
SIAMO
CIO’CHE DIGERIAMO, sia fisicamente che mentalmente.
La
capacità di digerire evidenzia il nostro stato di benessere.
Agni
bilanciato porta salute, chiarezza mentale, energia e forza.
Il
nutrimento racchiude in sè una sacralità profonda. Insieme al
respiro rappresenta la via naturale e ineluttabile di comunicazione
tra interno ed esterno. L’introduzione di una parte di mondo in sè
e la consegna di una parte di sè al mondo.
Un
ruolo importantissimo per completare il concetto di purificazione lo
riveste la mente.
Il
nostro stile di vita generalmente ci mantiene in uno stato di
continua allerta in cui il corpo produce un eccesso di sostanze
stressogene. Cortisolo e adrenalina stimolano eccessivamente il
sistema simpatico creando squilibrio. Inoltre questa attivazione
continua abbassa le difese immunitarie, danneggia la memoria, altera
il metabolismo e alza la glicemia.
La
respirazione profonda e consapevole insieme alla meditazione
allentano ansia e stress e aiutano a tenere il diaframma in salute.
Il diaframma efficiente a sua volta massaggia l’apparato digerente.
La
meditazione permette di riallineare i
propri ritmi con quelli della natura creando uno stato di
connessione profonda che porta unione e benessere sublimando tutto il
percorso yogico.
Diversi
studi scientifici dimostrano come educando la mente possiamo agire
sui nostri geni. Non modificandoli certamente ma andando ad agire
sulla loro attività e riducendo l’espressione dei geni
dell’infiammazione.
Aumentando
l’attività dei geni che ci difendono dallo stress ossidativo.
Per
il rinnovamento delle nostre cellule quindi non è impotante solo il
cibo ma anche l’esercizio fisico , la meditazione e il cibo
spirituale.
La
meditazione purifica in profondità la mente svuotandola. Rendendola
flessibile e stabile, disposta ad abbandonare certezze assecondando
il flusso della realtà.
Innesca
un processo virtuoso aiutandoci a superare schematismi e favorendo la
mente creativa.
La
pratica yoga per un percorso di purificazione deve agire quindi su
diversi fronti.
Principalmente
le asana saranno di torsione per stimolare il fuoco digestivo,
sprigionare caldo ed energia e favorire il rilascio delle impurità.
Posizioni
poi che agiscono sui meridiani che corrispondono a fegato e vescica
per riportare questi organi al massimo delle loro potenzialità.
Lavorando sulla lateralità del corpo.
Posizioni
in piedi per attivare gli arti inferiori e la circolazione linfatica
che funge da drenante a tutti gli organi interni.
Penso
sia altrettanto importante lavorare sul respiro e le posizioni che
stimolano il sistema parasimpatico.
Le
flessioni in avanti pricipalmente che favoriscono la digestione ela
calma.
Tecniche
di pranayama per migliorare la qualità del respiro aiutando a
rimanere in frequenze positive per prepararsi alla meditazione.
Riti di purificazione per corpo e mente:
pulizia
di naso e lingua
massaggio
del corpo con oli essenziali
movimento
stare
nella natura
digiuno
mediatico, o controllo delle informazioni
avere
abitudini e orari
concedersi
il silenzio
riposare
( andare a letto entro le 23, stare svegli fino tardi rallenta il
metabolismo)
yoga
e meditazione
mantra
o preghiere
cibi rinfrescanti ( in questa stagione cicoria, rucola, tarassaco, asparagi, ravanelli, fave, silene)
Questo è un periodo dove tutto è stravolto e le giornate sono da inventare. La percezione del rischio, delle privazioni e del dolore riempie la nostra mente. Per mettere in un angolo la paura e aiutare mente e corpo a rimanere sani e attivi per me è importante avere dei riti da rispettare e delle sane sanissime abitudini.
Yoga, meditazione, riposo, letture, film divertenti, disegnare, super chiacchierate skype con tanto di caffè da condividere. E cucinare… soprattutto impastare è altamente rigenerante!
Una cosa che è rimasta invariata è la nostra serata ‘sciallata’.
Camino acceso e cena sul divano rigorosamente. Il tempo che si dilata e le preoccupazioni si allentano. Viene voglia di lasciarsi andare e celebrare.
Noi lo facciamo preparando una cena di finte schifezze. Si, quel cibo che solitamente fa un gran male ma che la mente associa ad un comfort incredibile. Birretta artigianale. Scelta accurata di un bel film da proiettare. E la nostra bolla rassicurante ci coccola e ci unisce. Hummus e pane indiano all’aglio sono una di queste scelte. Oppure piadina e tramezzini, hamburger, pizza, guacamole e tzatziki .
Qui di seguito riporto le ricette di hummus e pane indiano. Semplicissime.
Hummus
di ceci
Ingredienti:
400
grammi di ceci secchi
limone
curry
sesamo
Mettere
in ammollo i ceci
la sera prima. Cuocerli in abbondante acqua con un pò di sale.
Lasciarli raffreddare e poi metterli in un mixer insieme al succo di
un limone, il sesamo precedentemente tostato e tritato che rilascia
un profumo incredibile e
il curry. Aggiungere olio exra vergine e dell’acqua tiepida man
mano che si vede la consistenza del composto. A me piace anche
aggiungere talvolta della paprika piccante.
Qui non aggiungo l’aglio perchè c’e`già nel pane.
Pane all’aglio
400 grammi di farina O
170 grammi di acqua
30 grammi di olio
10 grammi di sale
1 aglio intero
Preparare l’impasto con
tutti gli ingredienti. Generalmente io uso un pò di pasta madre. In
mancanza puoi aggiungere un pizzico di bicarbonato. Lasciare riposare
per almeno mezz’ora. Tagliare gli spicchi d’aglio sottilissimi e
aggiungerli all’mpasto prima di dividerlo in palline. Dovrebbero
essere circa sei. Stendere con il mattarello e una alla volta mettere
le sfoglie di pane in una padella antiaderente gia`molto calda. Per
circa 3 minuti per lato. Mettendo un copercho la cottura e`migliore.
Il fiume Oglio mi appartiene da tanto tempo. Ora vivo dove si fonde con il lago d’Iseo… anni fa scendendo di qualche chilometro.
Ancora
adesso quando faccio una passeggiata nei
luoghi della mia gioventù sognante provo le stesse emozioni di
sempre.
Ci
sono posti in cui
ti senti a casa anche se una casa lì non
ce l’hai da tempo.
Hai
la sensazione che tutto sia fermo ad
accoglierti… profumi, rumori, dettagli…
Quel
profumo di acacie e di fiume che ti si incolla addosso come una
seconda pelle nelle serate d’estate
ad esempio. O
anche il caldo umido che i sanpietrini
rilasciano sapientemente.
Il volo delle rondini con il loro verso squillante inconfondibile… e poi l’acqua delle fontane… il suono delle campane… le chiacchiere delle persone… i volti stessi che incontri in cui rivedi quelli del tuo passato.
Un angolo in particolare dove in un universo parallelo tu stai ancora facendo la majorettes e la tua migliore amica ti raggiunge con pane, nutella e estatè ad esempio. O quel ponte dove con la cartella rossa e le scarpe di vernice stai camminando per andare a scuola. Trecce e grembiule nero con colletto bianco. Pienamente nell’attimo come solo i bambini sanno essere, superfelice… superprotetta. Soddisfatta.
Le
nuove esperienze s’intersecano con tutte queste sfumature creando
la tua realtà. Una sinfonia di immagini nuove e passate, di emozioni
che si fondono.
E tutto questo sai di certo lo trasmetterai nei tuoi gesti, nei tuoi rapporti, nel tuo lavoro e nelle tue particolarità.
Questa
ricetta appunto sa di fiume… il mio fiume
Sa anche di verde e azzurro… i colori che mi circondano e si prendono cura di me.
Spaghetti crudi di zucchine con erbe aromatiche e Insalata di Cavolo cappuccio
Ingredienti :
4/5 zucchine
pomodorini
pomodori secchi
capperi
timo
basilico
origano
Per l’insalata:
1 cavolo cappuccio viola
2/3 arance
1 yogurt 400g ( anche di
soia)
1 cetriolo
mezzo limone
aglio
pepe
Tagliare le zucchine a spaghetti con l’affettatrice a spirale e mettere in uno scolapasta per far perdere l’acqua in eccesso. Mettere a bagno i pomodori secchi in acqua tiepida per idratarli e fare lo stesso con i capperi per fargli perdere il sale. Tagliare i pomodorini, cospargerli di sale e lasciarli per 10 m a perdere l’acqua.
Strizzare i pomodori secchi e sciacquare i capperi. In una padella con olio extravergine di oliva mettere mezzo scalogno tritato, aggiungere i pomodorini e farli cuocere 5 minuti, aggiungere pomodori secchi, capperi, erbe aromatiche e gli spaghetti di zucchine. Aggiungere sale se necessario.
Nella versione della foto ho messo anche del tofu aromatizzato al basilico e delle scorzette di limone.
Per l’insalata tagliare il cavolo a strisce sottili. Tagliare le arance a pezzettini e metterle in uno scolapasta a far perdere l’acqua per un quarto d’ora.
Nel frattempo preparare la
salsa tzatziki. Grattugiare il cetriolo e anche in questo caso
lasciarlo sgocciolare. Tagliare uno spicchio d’aglio sottilissimo,
aggiungere lo yogurt, il sale, il pepe, mezzo limone e infine il
cetriolo.
Unire il cavolo, le arance
alla salsa tzatziki.
Il sapore deciso della
salsa e del cavolo con il dolce dell’arancia rendono questa
insalata fresca e armoniosa.
Sono seduta davanti al fiume a
meditare… il sole, il rumore dell’acqua, un cigno, uno svasso,
gli aironi in lontananza, le rondini appena tornate…
E’il
momento del silenzio.
La
natura si è ripresa il suo posto.
Un
posto messo all’angolo dai bisogni di noi uomini, dalle nostre
corse, dalle nostre vicessitudini opulente.
Ma
non voglio parlare di questo. Non voglio ora polemizzare o raccontare
ovvietà che non possono che essere evidenti agli occhi di tante
coscienze.
L’emergenza
che stiamo vivendo con questo maledetto virus sta facendo soffrire
tanti esseri umani e ci fa scoprire vulnerabili come non mai. E
uguali. Senza tante classificazioni di razza, vita sociale e potere
economico.
L’unico
rumore umano e`il suono inquietante delle ambulanze. Non si ferma
mai, giorno e notte.
Mi
ripeto un mantra, una preghiera che mia aveva insegnato mia nonna.
Questo
mi aiuta a connettermi con le vibrazioni della la vita che mi
circonda nonostante tutto. Una vita che sboccia.
Metto
qualche seme buono nella mia mente sempre inquieta e vigile.
Per
me le giornate da un punto di vista pratico non sono cambiate molto.
Abito in un posto tranquillo, sto tanto a casa, sto tanto da sola.
Vivo ritmi lenti e anche se spesso sarebbe piu`facile correre con
qualcuno che mi dice cosa fare … stò cercando una specie di
equilibrio tra la soddisfazione e il superfluo. Tuffandomi spesso in
vuoti che richiedono tanto sforzo.
Senza
una rotta precisa, delle abitudini consolidate, le certezze dei nosri
rapporti siamo destabilizzati. Lo so bene da tempo e da tempo me ne
sto occupando. Penso a obiettivi quotidiani, mi perdo in
‘piccole’cose, cerco di rimanere nel presente e nel distinguere
ego e anima.
Grazie
a qualche disavventura personale in questi mesi è cambiato anche il
mio modo di sentire lo yoga. Nuove trasformazioni, situazioni da
accettare. Anzi da accogliere. La zona di comfort che piano piano si
allarga.
In
questo periodo sto facendo le lezioni con skype. Ci ho messo un pò a
decidermi. L’epidemia e l’isolamento hanno messo in luce
l’essenziale. E io per un pò ho pensato che praticare per le
persone non fosse indispensabile.
Come
mi sbagliavo. Le nostre riunioni telematiche ci uniscono, ci
confortano e la pratica ne esce arricchita. Preziosa. Si riesce a
staccare un pò la mente e questo e`comunque un bene per rimanere
sani.
Per mettere in una bolla per un pò preoccupazioni e paure che vanno a scavare chissà dove rendendoci ancora piu`fragili.
In
questi giorni sto leggendo diversi libri. Un romanzo molto fresco che
s’intitola ‘Donne che comprano fiori’e che ha come protagonista
una donna che si chiama Marina come me. A volte il caso…
Un
libro di psicologia molto interessante che avevo regalato tempo fa al
mio compagno. Anche lui lo ha trovato utile. Il suo titolo e`
‘Kintsukuroi’. Attraverso la metafora dell’antica arte
giapponese di riparare le ceramiche con l’oro per renderle preziose
e uniche l’autore vuole proporre la cura delle ferite dell’anima
allo stesso modo.
E poi ‘Il libro dei chakra’ di Anodea Judith che ogni tanto ripesco perchè sempre di aiuto. In questo periodo cercavo degli spunti per esplorare meglio il primo chakra che sento di avere in sofferenza per tanti motivi. E proprio da questo libro voglio riportare due righe che ho trovato interessanti e che possono aiutarci in questo momento.
‘Ernest
Holmes, fondatore della filosofia della Scienza della mente, descrive
la paura e la fede come due cose che possiedono le stesse qualità.
La paura significa credere che qualcosa di terribile possa accadere,
mentre la fede significa credere che qualcosa di bello possa
accadere. Benchè i
risultatai siano diversi, le cause sono le stesse. Entrambe
sono convinzioni che governano il nostro comportamento e influenzano
il modo in cui ci sentiamo. Se riusciamo a sostituire un
irragionevole timore con una ragionevole fede, allore abbiamo trovato
un antidoto naturale al demone del nostro primao chakra.
Personalmente
stò cercando anche
di sostituire il più possibile la parola preoccupazione con
occupazione. Occuparmi di mantenermi attiva, informata, occuparmi di
me, della casa, dei miei cari, i miei mici,
di buon cibo, di leggere, ascoltare
musica e di fare
yoga e meditazione.
Molte delle posizioni nello yoga s’ispirano e prendono il nome da figure mitologiche. Conoscendo le vite e i poteri di questi personaggi possiamo pensare attraverso la pratica di far nostre le loro caratteristiche.
E
questo è anche il caso di hanumanasana.
In
sanscrito Hanuman significa scimmia. Si racconta nel Mahabharata, una
raccolta di poemi epici induisti, che il Dio Scimmia amico del Re
Rama aiuta quest’ ultimo a salvare la sua sposa rapita da un demone
malvagio. Per fare questo Hanuman con grande coraggio fa un grande
salto dalle coste del sud dell’india allo Sri lanka alla ricerca di
Sita.
La
particolare posizione di hanumanasa vuole proprio ricordare questo
incredibile passo che attraversa l’oceano mosso dalla profonda
devozione e dalla fiducia.
Proprio
da questa ispirazione hanumanasana aiuta ad andare un po’ oltre i
nostri limiti, le nostre piccolezze per imparare a compiere qualcosa
di arduo e trasformativo.
Quella
che nell’immaginario comune rappresenta
la spaccata e viene associata ai ballerini o ai
ginnasti per lo yoga è un asana avanzata che permette a chi la
pratica di riconnettersi con la sua parte divina e sperimentare
forza, agilità, devozione, elevazione spirituale e giustizia.
Apertura
e realizzazione delle proprie potenzialità. Il corpo si allunga in
una liberazione di forza.
Non
è adatta a chi pratica yoga da poco tempo. Richiede molta elasticità
in quanto sfrutta il massimo stiramento che
consentono i
tendini. Quindi
va preparata con altre asana più semplici.
Le
posizioni che io propongo solitamente vanno a scaldare psoas, gambe e
anche.
Nello
specifico cerco di ammorbidire queste parti con delle sequenze che
comprendono uttanasana, parsvottanasana, janu sirsasana,
rajakapotasana, ardha hanumanasana e anjaneyasana. Quando c’è
spazio per approfondire ed avvicinarsi alla posa è positivo provare
un blocchetto sotto il bacino per accorciare la distanza da terra.
E’importante
portare l’attenzione all’allineaento del bacino. Per far questo
le cosce ruotano verso l’interno permettendo alla pelvi di
avvicinarsi al pavimento creando equlibrio nei fianchi.
Non
bisogna avere
fretta di completare la posa, per aprire il corpo ci vuole tempo
e devozione.
E’importante lo spirito con cui si
affronta ascoltandosi.
I
benefici
di hanumanasana sono tantissimi. Lavora sui due aspetti energetici
yin e yang portando in equilibrio energie sottili. Apre i
fianchi e stimola
il secondo chakra procurando
uno sblocco emotivo..
Stimola anche la
fiducia e la forza di volontà
agendo sul primo
chakra.
Distende
i muscoli di cosce, polpacci e anche.
Migliora la mobilità della colonna e distende
i tendini del ginocchio e dell’inguine. E’calmante,
riposante e rinfrescante allo stesso tempo.
Quando ero piccola e frequentavo le scuole elementari essendo molto elastica negli spettacoli di fine anno mi facevano sempre mettere davanti e fare la spaccata. Non amavo troppo questa parte da solista ma mi ricordo quanto trovassi naturale scivolare lentamente con una gamba davanti e una dietro toccando terra.
Anni fa
parlai con un amico psicanalista in un momento della mia vita in cui
avevo parecchia ansia.
Gli dissi rigidamente che mi trovavo ‘in difetto’come insegnante di yoga non riuscendo a controllarmi, a gestire almeno in parte questo stato d’animo attraverso la respirazione o la meditazione.
Lui mi
rispose ‘pensi che noi psicologi siamo immuni da ansia o
depressione?’
Mi resi
conto che una sorta di presunzione/mania di controllo stava
confondendo la mia ragione. Nonostante quotidianamente cerco la
strada per lasciare andare e per trasmetterlo a chi fa yoga con me,
la fragilità porta a galla atteggiamenti o pensieri compusivi con
facilità.
La
prova più tosta la stò avendo proprio ora, da due mesi a questa
parte.
Dopo una piccola caduta in montagna in agosto ho avuto a intermittenza dolore molto forte nella zona lombare. Cerotti, taping, arnica, osteopata… forse l’articolazione sacro iliaca, forse contratture muscolari… Io nel frattempo ho continuato ad insegnare, fare lunghe camminate, corsi di formazione. Poi a Novembre un dolore forte al gluteo, come una pugnalata… costante.
Una
mattina mi sveglio presto per andare a fare colazione fuori con il
mio fidanzato, metto i
piedi per terra e quasi svengo dal dolore! Sudo, mi si
annebbia la vista, decisamente mi è impossibile stare in piedi. Mi
sdraio e cerco di calmarmi e respirare…
Ho
passato la prima settimana così …piangendo dal dolore, un dolore
profondo, elettrico e snervante. Un dolore senza mai trovare una
posizione che mi potesse dare sollievo, senza dormire, senza mai
alzarmi, dipendendo dagli altri.
E qui introduco la prima delle mie false convinzioni da cambiare: la paura di chiedere! Di essere debole ed aver bisogno di aiuto!
E’una grazia, un sollievo per l’anima potersi affidare e sentire l’amore che qualcuno ti offre incondizionatamente.
Tra il
letto e il divano, senza interesse per nulla per lo stress di gestire
il male ho fatto un ciclo di punture di antinfiammatorio senza
benefici e di seguito di cortisone.
Proprio
io che per prendere una tachipirina faccio testa o croce??? ( seconda
falsa convinzione)
Sempre cercando di curare la causa e non la conseguenza, sempre portando l’attenzione per un benessere generale e per la prevenzione con uno stile di vita sana penso che i farmaci quando servono sono una grazia.
Quindi… Grazie cortisone! Un po’il tempo, il riposo e il farmaco giorno per giorno il dolore molla la presa e io riesco a rilassarmi e provare fiducia.
Il mio
nervo sciatico stava soffrendo terribilmente. Sono abituata a
‘sentire’ i muscoli, le articolazioni,
il ritmo del respiro… per questo ero impreparata.
Decido
ovviamente di fare una rm. Risultato: ernia L5 S1
Ma
come!!! Insegno yoga, mi ascolto, allungo, aiuto le persone a
prendersi cura della propria schiena, mi piego in ogni asana ?!(
terza falsa convinzione)
E’bello fare pace con le proprie imperfezioni e con la consapevolezza che il corpo cambia. Prendere coscientemente degli accorgimenti per ognuno di questi cambiamenti
Io vivo con due uomini, il mio compagno e mio figlio, entrambi sono più forti fisicamente di me… quante volte stupidamente mi sono persa in competizioni assurde con loro invece di ascoltarmi!!!
E come
dice una cara amica ‘arriva sempre a noi con naturalezza ciò che
ci serve’
Fermarmi!
Per andare verso i miei ritmi e la mia intimità.
Attraversando l’esperienza del dolore e dell’impedimento.
Con
molta pazienza e tanta meditazione l’attenuarsi del dolore forte ha
permesso che io potessi avere spunti di riflessione e di crescita
dall’esperienza che stavo avendo.
Ho
ripreso in mano cose molto mie accantonate dalla velocità delle
giornate e ho ridimensionato certi pensieri.
Io che mi identifico molto, forse troppo con il mio corpo elastico e forte, con la sacralità della mia pratica quotidiana, con la mia fisicità e con il lavoro d’insegnante ( quarta falsa convinzione), ho fatto pace con l’impedimento. Presunzione yogica!!!
Ho
capito che ne avrò ancora per molto anche se miglioro continuamente.
Ho
ripreso a fare lezioni senza praticare per tutto il tempo e
introducendo spunti alternativi.
Ho
ripreso a nuotare ed è magnifico quanto mi faccia stare bene!!!
Ho
ripreso la mia pratica quotidiana facendo sequenze morbide che mi
aiutano ad alleggerire la colonna. Le flessioni in avanti che tanto
amo e certe torsioni per il momento restano solo un pensiero.
E
soprattutto ho ripreso a guardarmi con compassione, felice per tutto
quello che faccio e con la nuova convinzione che la belllezza non è
perfetta.
Il tè matcha è un tè verde giapponese dalle proprietà antiossidanti eccezionali. Contiene polifenoli e diversi aminoacidi che aiutano a ridurre lo stress psicofisico, e l’acido glutammico che agisce sul sistema nervoso centrale.
E’un rimedio antivecchiamento, drenante e disintossicante. Calma le mucose dello stomaco e dell’intestino e agisce sulle malattie infiammatorie proteggendo fegato e acidità gastrica.
A livello nervoso migliora l’umore aumentando i livelli di aminoacidi gaba nel cervello ( un neurotrasmettitore del SNC). Stimola dopamina e serotonina, sostanze che insieme donano migliore concentrazione, benessere e stimolano la memoria.
Contiene molta clorofilla, e infatti ha un colore verde meraviglioso! La clorofilla ha una struttura quasi identica all’emoglobina. Questo permette di migliorare la qualità del nostro sangue e di fornire alte dosi di magnesio biodisponibile. La clorofilla, inoltre, è in grado di eliminare metalli pesanti e altre tossine.
Utilizzato nella Cerimonia del tè per secoli è in polvere finissima ed è considerato il più pregiato in Giappone.
Una caratteristica molto interessante è che pur contenendo molta caffeina questa viene rilasciata molto lentamente per diverse ore favorendo uno stato di attenzione vigile. I monaci buddhisti lo utilizzano durante la meditazione: rilassa la mente e tiene viva la concentrazione!
Io amo preparami una tazza di tè matcha il pomeriggio con calma e attenzione. La tazza giusta, la temperatura giusta e il tempo per me. Spesso nei workshop mi organizzo per offrirlo ai miei allievi dopo la pratica. Un momento per scaldarci e nutrire la nostra anima in condivisione.
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