Ascoltare e Sentire
Che bello ritornare a praticare dal vivo… sono profondamante grata di avere gli allievi nuovamente vicini a me. Di poter osservare il loro viso distendersi, il loro respiro, di poterne percepire le vibrazioni.
E soprattutto di poter essere il tramite per il loro benessere.
Dopo questi mesi di emergenza e ancora adesso con cautela riappropriarsi di spazi e contatti è un bene da usare con cura.
In questo periodo si sono avvicinate alle lezioni tante persone che non hanno mai praticato e che si sentono affaticate, stressate e ansiose.
Si sono alterati tanti equilibri e la ricerca di un’abitudine sana che possa essere d’aiuto è un’esigenza di tanti.
Il privilegio di poter insegnare yoga per me è soprattutto capire chi ho davanti e accompagnarlo alla pratica in una modalità che possa ‘sentire’.
Sì perchè sentire non è ascoltare le mie parole o guardare i miei movimenti ed imitarli. E’muoversi in terreni inesplorati di se stessi allargando lentamente la propria zona di confort e ascoltando cosa avviene.
E per questo di certo sta a me saper modulare sequenze e ritmi per dare davvero a tutti la possibilità di fare yoga.
Inutile avventurarsi in posizioni complesse se il respiro della maggior parte della classe avviene solo nel torace e il diaframma è bloccato.
Ci sono lezioni in cui non è possibile neanche alzarsi in adho mukha svanasana. E va bene così. Perchè il percorso va costruito per gradi e nel rispetto del proprio corpo e dei limiti delle nostre gabbie mentali.
Quanto è difficile fermasi quando si sta attraversando un momento di squilibrio e di confusione e non si sa da dove partire per cambiare qualcosa? Mi telefonano spesso delle persone per chiedere informazione sui corsi chiedendomi: ma ci si muove un pò ? perche`altrimenti mi annoio, non sopporto lo yoga troppo meditativo, non fa per me.
Difficile davvero rispondere. Primo perchè seppur esistono innumerevoli modalità e stili di praticare lo scopo dello yoga è solo uno: unione tra mente e corpo. Capacità di poter controllare il corpo attraverso le asana per poi controllare il respiro e la mente e cancellare le fluttuazioni per vivere nella realtà così com’è. Secondo perchè seppure io propongo il mio modo nessuna lezione è uguale a un’altra ma ci sono tante varianti che ne determinano la realizzazione.
Si ha spesso la sensazione che approcciarsi ad un’insegnante di yoga vuol dire avere a che fare con persone estremamente calme e lente, persone che nulla le può smuovere. Non c’è niente di più sbagliato.
Gli insegnanti di certo cercano di trasmettere quello che hanno integrato con la loro pratica, il loro studio e le loro esperienze, ma sono in viaggio anch’essi in questo percorso.
Una volta una ragazza mi ha detto: io non faccio yoga, sono una sportiva?!’
Io ho sorriso e sebbene avessi voluto risponderle d’impulso qualcosa di poco zen ( proprio perchè anche gli insegnanti non sono immuni da fastidi e manifesazioni dell’ego) le ho risposto: conosco tanti sportivi che lo fanno per bilanciare il lavoro muscolare e aiutare la disciplina.
Non fa niente se io stessa corro, nuoto, ho provato qualunque sport e tra una lezione e l’altra quando mi sposto in macchina ascolto solo musica rock!