Urdhva Dhanurasana
Chakrasana (letteralmente’ posizione della ruota’) è una posizione di profonda estensione all’indietro in grado di suscitare forti emozioni. Va ad agire direttamente su tutti e 7 i chakra.
Il sistema dei chakra e` fondamentale per comprendere non solo l’energia al nostro interno ma anche il percorso della nostra coscienza. Risalire verso i chakra più alti e avvicinarsi al samadhi ( illuminazione) è lo scopo finale dello yoga.
Mentre pratichiamo potremmo accorgerci di come varia l’equilibrio energetico passando da una posizione all’altra e di come stimolando ciascuno dei centri energetici possiamo avvertire effetti sul nostro umore. E’ proprio per questo che praticando questo asana si può percepire una forte energia, anche nelle ore successive alla pratica.
Questo asana viene anche chiamato Urdhva Dhanurasana ( la posizione dell’arco verso l’alto). In Dhanurasana e Urdhva Dhanurasana il corpo si piega indietro come un arco. L’obiettivo di questi due asana è trovare il punto di equilibrio tra estensione e tensione. L’arco è il simbolo della lotta tra ego ( e attaccamento) e cio` che va fatto, indipendentemente dalle conseguenze. Nell’arco se la corda non è tesa abbastanza la freccia non può essere tirata, se è troppo tesa si spezza.
Cosa ci insegnano di importante queste posture: raggiungere il perfetto equilibrio è ciò che ci aiuta nel nostro cammino di trasformazione. Equilibrio tra la naturale paura che sopraggiunge difronte al nuovo o difficile e che ci mette in discussione e prendere noi la responsabilità della nostra vita ( rimanendo distaccati dai risultati delle nostre azioni). Gli ostacoli possono essere opportunità di crescita se non molliamo alla prima frustrazione.
La parola arco in India richiama subito al famoso arciere Arjuna le cui lodi sono descritte nel testo sacro della Bhagavad Gita o più ampiamente nel Mahabaratha, il più grande poema epico indiano. Arjuna, il cui nome in sanscrito significa’ il Puro’, era bravissimo nell’uso di tutte le armi in particolare dell’arco ma non era solo la sua capacità fisica bensì quella mentale a risultare determinante.
Una storia racconta così: “Un tempo Arjuna venne invitato a partecipare ad una gara dal saggio Drona presso il regno di Drupada. Drona invitò tutti i suoi studenti per valutare le loro abilità nelle arti marziali. Venne fissato un uccello sopra ad un altissimo albero e venne chiesto loro di colpirlo. In altre leggende si narra di un pesce sopra ad un palo, ad ogni modo venne chiesto loro di colpirlo in un occhio.
Arjuna fu l’unico a colpire esattamente il bersaglio e a fine gara il Maestro Drona chiese ai partecipanti cosa avevano visto o guardavano prima di scoccare la freccia. Le descrizioni furono diverse, chi vedeva l’albero, il ramo a cui era legato il bersaglio, chi descriveva il giardino, i fiori, il cielo e le nuvole insieme al bersaglio ma Arjuna disse: “io vedevo solo l’occhio dell’uccello o pesce”.
Un guerriero dovrebbe vedere solo il suo bersaglio con la mente ferma e concentrata senza distoglierla dall’obiettivo.
La nostra mente rimbalza così tanto da un pensiero all’altro che riusciamo difficilmente a calmarla e perdiamo la meta non arrivando al traguardo. Ecco che la posizione dell’arco, Dhanurasana, ci viene in soccorso aiutandoci a focalizzare i nostri pensieri e a non disperdere energia inutilmente.
Gli asana di apertura sono degli strumenti che abbiamo a disposizione per smuovere, creare spazio, rigenerarsi e rendere libera la nostra presenza da tanti condizionamenti.
Spesso spaventano perchè sono difficili da sostenere sia su un piano fisico che mentale. Soprattutto perchè partiamo sempre da una postura di chiusura, le spalle in avanti, rigidità pettorali, limitata capacita` respiratoria e dentro di noi una costante sensazione di difesa.
Il beneficio che ne traiamo, soprattutto dalle estensioni profonde è una sensazione di leggerezza e di apertura verso la propria essenza. Petto, spalle, colonna, cuore e respiro in un’unica e meravigliosa espansione.
Un mio maestro mi diceva spesso: ‘ Con le estensioni fai si`che la vita ti venga incontro e non addosso.’
Aprire il cuore sia da un punto di vista fisico, esponendo i nostri organi vitali, che da un punto di vista più sottile, stimolando così la comunicazione di sentimenti, mette paura.
Affrontare questa naturale vulnerabilità ci spinge ad accettarla, per diventare innanzitutto compassionevoli verso noi stessi e coraggiosi, obbligandoci a muoverci in territori sconosciuti, dietro le nostre spalle, in una prospettiva nuova e fuori dal nostro controllo.
Questi asana sono energizzanti e rendono estroversi, richiamano forza vitale.
La realtà, gli altri, gli accadimenti non sono più estranei e minacciosi ma una forte fiducia trasformativa ci guida e ci aiuta ad abbandonare controllo ossessivo e rigidità.
Rafforzano e aumentano la mobilità nella parte toracica della colonna che per natura è meno mobile per proteggere cuore e polmoni. Nonostante l’importanza dei meccanismi d’inibizione del movimento, se ci blocchiamo troppo in questa zona andremo a sovraccaricare cervicale e zona lombare e a bloccare il respiro.
Da un punto di vista energetico agiamo soprattutto sul quarto chakra: Anahata, il chakra del cuore. La stimolazione di energia in questo punto ci fa sentire a casa, nelle braccia dell’esistenza.
Il cuore vibra con l’universo.
Anahata è collegato alla percezione dell’amore sotto ogni forma. E’il ponte tra i chakra inferiori e quelli più sottili che stanno al di sopra. Trasformazione da corpo a spirito. Aprire il cuore ed espandere quindi l’energia in questo punto significa abbassare le difese e ammorbidirsi, lasciarsi andare all’amore che e` lo stato naturale del nostro essere. Le difese diventano spesso un’armatura pesante da sostenere che irrigidisce le spalle, la parte alta della schiena il petto. Spesso costringe il respiro e può accorciare il tessuto connettivo della parte anteriore del corpo.
Quando smetti di difenderti diventi inattacabile.
Cosa faremo in questo stage?
Parleremo di tutto questo ovviamente. Faremo 4 tecniche di pranayama per liberare il respiro e quindi il regno del cuore. Prepareremo la posizione di chakrasana per gradi attraverso altre estensioni più semplici. A coppie, alla parete, con varianti percorreremo tutte le caratteristiche di questa posizione avanzata.
Il movimento più efficace che ho imparato per le estensioni all’indietro in sicurezza viene da Odaka yoga e si chiama Point Break. Questo movimento attiva i muscoli profondi e i muscoli antagonisti all’azione in modo di creare equilibrio, bilanciamento di forze e senza caricare troppo le parti attive. Nel movimento la possibilità di rimanere centrati e trovare equilibrio tra controllo e lasciare andare. L’addome rimane stabile e attivo, i muscoli della schiena si allungano e possiamo sentire la vertebra di volta toracica da cui far partire l’estensione.
I benefici a livello fisico sono tantissimi:
- aumenta l’energia
- tonifica tutta la colonna vertebrale
- rafforza gli organi digestivi e dell’area pelvica
- stimola la ghiandola pineale, pituitaria e della tiroide
- previene il prolasso di utero e intestino
- aiuta nel caso di flusso mestruale abbondante
- previene problemi posturali
- previene l’invecchiamento delle arterie e promuove una circolazione sana in tutto il corpo
- dona energia
- compensa la posizione seduta.
A livello energetico come già detto prima è una posizione potente e capace di risvegliare la coscienza.
Spesso però viene lasciata da parte da chi pratica perchè incute paura. Ti puoi sentire preparato muscolarmente ma quando avvicini i piedi ai glutei e le mani sul pavimento vicino alla testa c’e sempre un momento difficile prima di staccarsi da terra. E non solo, anche per mantenerla c’è spesso una continua lotta interna perchè la percezione della realtà è stravolta.