…dopo puoi solo migliorare…💚
Mi ricordo quel giorno in Camargue, scappando di continuo agli attacchi di acutissime zanzare, mi sono lasciata convincere da mio figlio a fare una passeggiata con i famosi cavalli bianchi, bellissimi.
Tramonto fantastico, paesaggio silenzioso e selvaggio… questa la cornice… DELLA MIA PAURA!!!!!!!!!!
E in realtà non sapevo che avrei avuto così paura fino a quando mi sono trovata sopra questo essere vivente. Bello , fiero e ovviamente imprevedibile. E alto.
Mio figlio che già era stato più`volte a cavallo da noi in Franciacorta non si curava di me e non vedeva l’ora di partire. Presuntuoso e distratto. Mi sembrava lui il grande e io la piccola!
Studiavo l’animale con ansia cercando di capire se potevo fidarmi di lui. Volevo convincermi che fosse lui, il mio, il più calmo ed affidabile della mandria.
I colori nel cielo si trasformavano in continuazione dal rosso infuocato al rosa che si perdeva con i fenicotteri all’orizzonte.
Nonostante fossi completamente bloccata qualcosa di piacevole si stava facendo spazio dentro di me. Mi stavo lasciando andare al nuovo, all’esperienza, all’ignoto. E la natura mi stava dando una gran mano davvero!
Il ragazzo che gestiva il maneggio vedendomi un po’impacciata, praticamente ferma, mentre gli altri già erano partiti, con cappello da cowboy e sorriso smagliante si avvicina e mi dice ‘Ne t’inquiéte pas, il y a toujours une première fois !!!’. Da’ una pacca al cavallo che senza indugio parte convinto e morbido… piacevole.
E cosa è accaduto dopo?
Pura gioia!!!!… emozioni e condivisione vera. Un tutto profondo con la natura che si avvicinava alla sera.
Quanto il timore di non conoscere ci blocca dal fare un’esperienza?
Il non sapere come poter gestire una cosa nuova, una situazione che ci fa paura, ci scuote e per contro ci fa vedere gli altri a proprio agio. Tante volte è cosi`radicata in noi questa modalità dal farci agire per non trovarci mai davanti a questa opportunità di sperimentare nuove parti di noi, nuova vita.
Io pensando alla me stessa di quel momento sorrido e provo tenerezza. Allora lo sguardo determinato e le parole giuste di un estraneo hanno placato timori per lasciare spazio a ciò che poteva essere.
Ora questa motivazione la cerco sempre dentro di me e la coltivo. Penso che sia un privilegio quel brivido della prima volta e che poi è altrettanto un privilegio assaporare la conoscenza e affinare le proprie capacità. In qualunque ambito, nella luce e nell’ombra di cui la vita è fatta.
Neanche a dirlo, lo yoga e la meditazione sono state la mia strada per questa apertura. Quasi si è ribaltata la prospettiva. Se sento che per lungo tempo non sto facendo qualcosa per la prima volta mi fermo e penso ‘Marina, sei sicura che va tutto bene?’
L’espansione verso il momento presente che lo yoga porta con se aiuta ad essere centrati e reattivi, pronti a surfare qualunque onda stia per arrivare. Con la meditazione inoltre riusciamo a divincolarci da attaccamenti pericolosi che pensiamo ci proteggano e invece sono il nostro peggior nemico. E con il tempo sviluppare resilienza e spazio.
Ho riletto recentemente il libro di un’autrice che mi piace molto: Chiara Gamberale. S’intitola ‘Per dieci minuti’. Parla di una ragazza che ha perso un bel pò di certezze e attraversa un periodo di crisi e di vuoto. La sua terapista le suggerisce per un mese di fare qualcosa di nuovo per dieci minuti ogni giorno tenendo un diario. Così facendo, in un clima semplice e frizzante, la protagonista si trova ad accogliere una realtà che non avrebbe mai immaginato, a fare scelte sorprendenti da cui ripartire.
Di giorno in giorno come se ogni esperienza si trasformasse in speranza. Come se ogni giorno potesse trasmettere a quello che segue una possibilità anche quando tutto trema intorno e dentro.
Vorrei concludere proprio con una frase del Corriere della sera che descrive questo libro: