Meditare, per me
Ci
ho provato, è successo qualche mese fa. Dopo
tante tecniche di respirazione, rilassamento e meditazioni guidate ho
voluto collaudare la mia meditazone personale.
Ho
scelto il mattino, prima di lasciarmi travolgere dalla quotidianità .
All’inizio in un modo un pò goffo, con il timer … per
cercare di mettere il tempo tra parentesi e pensarci il meno
possibile. Allungando man mano la durata e poi liberandomi da questo
tecnicismo stonato.
Ho
iniziato osservando il respiro e calmandolo, ascoltando come stava il
mio corpo con la schiena dritta e le gambe incrociate così a lungo.
Ho visto emergere pensieri e immagini, e ho
incominciato a non inseguirli, a ritornare al mio respiro, al mio
corpo, al presente…al silenzio!
Le
immagini e i pensieri che si affollano nell’immobilitÃ
del corpo e della mente sono i più
disparati e rivelano tanto di me. Comprendere e non rimanerne
imprigionata è stato il regalo della meditazione. Vedere
oltre i miei pensieri…
Per
anni ho ritenuto fossero necessari per
sentirmi viva e me stessa. Soprattutto
i più limitanti…la
mia gabbia che nega l’impermanenza delle cose, il
mio confortante limite.
Ora capisco che io sono anche altro, e questo mi apre un mondo di infinite possibilità .
Talvolta ho delle intuizioni e delle ispirazioni accennate che mi scrivo per sviluppare e comprendere. Penso che siano rivelazioni della mia anima, da seguire per sentirmi bene e in armonia con la mia essenza. Una mia amica dopo le meditazioni fa dei quadri meravigliosi, così intimi e comunicativi.
Qualche
volta mi concentro su un ricordo, un particolare e rimango lì.
Questa mattina è stato il sorriso riconciliante di un monaco
buddhista in Città Alta a Bergamo ieri.
Anche
Buddha per percorre il suo cammino meditativo ha provato tante
strade, per lo più pratiche e dal sapore profondamente
umano, ancorandosi per esempio ad un ricordo dell’infanzia.
Non identificarsi, lasciare andare, rinunciare ad alcune certezze… questo per me è il potere della meditazione.
Meditare
non significa essere un santone o uno snob newage che vuole
trascendere la realtà , al contrario vuol dire essere colui che vuole
abbracciarla.
Si
può fare questo viaggio anche attraverso psicanalisi, mindfulness o
altri percorsi, a ognuno quello che può essere il più illuminante.
Non
si può lasciare andare senza prima riconoscere ed accettare
l’impalcatura della nostra personalità . Abbracciare
anche il nostro buio e poi lasciarsi fluire in
questo meraviglioso cambiamento che permette di guardare la reatÃ
per quello che veramente è, senza i nostri
filtri emozionali.
Ho
letto una frase che mi è piaciuta molto
per descrivere il processo meditativo. La meditazione aiuta a vedere
gli eventi transitori per quello che sono…pensieri
come temporali con cui ci si identifica sempre meno perchè si
realizza di non essere
il temporale bensì il cielo che lo contiene.
La
non identificazione è anche il principio su cui si basa la pratica
di Odaka Yoga. Attenzione a non lasciarci identificare con la posa da
raggiungere, la transizione è il viaggio ed è altrettanto
importante.
L’identificazione
separa l’uomo dalla sua essenza e da tutto quello che lo circonda,
e questo causa sofferenza e paura.
Lo
stato di mente calma, di forza calma.
Quando
smetti di difenderti divieni inattacabile!
…pensieri
ossessivi, vritti, illusioni, reazioni automatiche e paure… venite
a me!!!non vi temo più… vi osservo… ho bisogno di vedervi per
alleggerirmi…respiro …mi calmo… e siete già lontano.
Così
una cosa meravigliosa si è fatta strada…una certa sensazione di
vera libertà .